Expo, arrivano i taxi-droni

La prossima Esposizione universale si terrà a Osaka, in Giappone, fra poco più di due anni. Il posto scelto per l’evento è un’isola artificiale all’estremità del grande porto, destinata in origine allo scarico dei rifiuti. Risanamento totale, quindi; e nuovi grandi spazi a disposizione per il dopo Expo. Ma c’era un problema fondamentale da risolvere: raggiungerla. Gli organizzatori hanno pensato a tutto: treni, navette, collegamenti via mare. E via cielo?
Semplice: ci sarà una flotta di aerotaxi pronti a trasportare sull’isola i visitatori più esigenti, direttamente dall’aeroporto o dal centro città. Di conseguenza, gli organizzatori hanno già annunciato i nomi delle quattro aziende scelte per gestire servizi di navetta per auto volanti. Tutte sfrutteranno la tecnologia dei droni elettrici e a decollo verticale. La giapponese ANA Holdings è stata selezionata insieme alla statunitense Joby Aviation, che svilupperà la carrozzeria.

Japan Airlines, utilizzerà un mezzo volante sviluppato dalla tedesca Volocopter. La nipponica Marubeni prevede di utilizzare un veicolo prodotto dal gruppo aerospaziale britannico Vertical, mentre la SkyDrive utilizzerà un drone già in fase avanzata di costruzione. Insomma, giapponesi in prima linea con americani, tedeschi e inglesi per lo sviluppare la nuova tecnologia di queste volanti destinate a risolvere la mobilità del futuro.

Se mai Roma venisse designata a ospitare l’Expo successiva, il nostro Comitato farebbe bene a tener presente questo criterio per affrontare e risolvere, in parte, il grave problema dei collegamenti con la zona di Tor Vergata (dove dovrebbe appunto sorgere la RomExpo 2030). Prepariamoci per tempo a organizzare questo servizio dei taxi-droni, anche per impedire che i “tassinari” romani blocchino la città (cosa che capita puntualmente, appena viene vagamente minacciato il loro potere assoluto sulla gestione dei collegamenti più lucrosi). Certo, la sola idea che simili oggetti volanti possano sfrecciare sul Pantheon e il Colosseo fa rabbrividire. Ma sono tre millenni che la Città Eterna ne vede di tutti i colori: il bel cielo capitolino si abituerà anche a questa rivoluzione?

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