Expo, spoil system o boomerang?

Sono ufficialmente concluse dopo quattro anni e mezzo le attività svolte dalla nostra struttura all’Expo di Dubai. Il commissario generale Paolo Glisenti ha presentato il rendiconto ma, nonostante fosse stato già designato a occuparsi di un analogo incarico per l’Expo di Osaka 2025, la settimana scorsa si è dimesso. Ha avvertito il clima pesante dello spoil system in atto, i suoi referenti alla Farnesina hanno cominciato ad adeguarsi all’andazzo e Glisenti ha preferito troncare un rapporto che senza decisioni rapide e condivise è destinato a un rapido deterioramento.

Ma dando un’occhiata al rendiconto, per il successore si preannuncia davvero un compito ingrato. Perché la “gestione Glisenti” ha portato l’asticella dei risultati a un livello difficilmente ripetibile; e perché il rendiconto della prossima esposizione dovrà misurarsi con l’attuale: e allora saranno dolori. C’è stato un avanzo di gestione di 6.875.149,78 euro. Si tratta di un risultato economico unico, ottenuto in assenza di una qualsiasi deroga alla normativa in vigore. A volte – ma sono casi rari – simili avanzi si ottengono facendo poco o niente. A Dubai sono stati coinvolti nel progetto oltre 150 partner e 53 sponsor tra imprese pubbliche e private, 30 Università e quattro Centri di Ricerca, grazie ai quali sono state realizzate oltre 450 ore di formazione incluse in 140 giornate dedicate al settore Educational, le quali hanno coinvolto attivamente 4.070 partecipanti provenienti da 26 paesi del mondo. Il Padiglione Italia ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti come “Miglior progetto imprenditoriale dell’anno” (Construction Innovation Awards, UAE); “Miglior elemento del percorso espositivo di un Padiglione a Expo” (The Exhibitor Magazine, USA); Miglior Padiglione nella categoria “Best innovation that achieves sustainability” (EAU Innovates Awards 2022); podio nella classifica “Miglior interpretazione del tema” (Awards Bureau International des Expositions (BIE)); premio “Eccellenza Italiana”, giunto alla nona edizione, nato con l’obiettivo di premiare l’Italia del “merito” e tutto ciò che può essere definito eccellenza italiana nel mondo e che tra i vari patrocini vanta anche quello del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dell’UNESCO.

Non basta. Il Padiglione Italia è stato visitato da oltre di 1,6 milioni di visitatori in presenza (quarto Padiglione più visto) e 13 milioni di contatti online nei sei mesi dell’Esposizione Universale (il Padiglione più seguito in remoto) tra visite al percorso espositivo, attività ed eventi organizzati tra ottobre 2021 e marzo 2022 (oltre 180 sono stati gli eventi realizzati nei sei mesi di manifestazione, in collaborazione con partner istituzionali, tecnici e sponsor del Commissariato). E infine, è stato il secondo Padiglione più citato a livello globale sulle news online. A sottolineare la qualità del percorso espositivo, vale la pena evidenziare che l’Italia sarà l’unica nazione rappresentata da ben due opere all’interno del Museum of Nations che Expo city, l’entità nata da Expo 2020 Dubai, aprirà nei prossimi giorni: sono stati richiesti, infatti, sia la riproduzione del David di Michelangelo, realizzata in collaborazione con il MiC, la Galleria dell’Accademia di Firenze e l’Università degli studi di Firenze; sia l’orologio atomico, installazione ideata e costruita appositamente per il Padiglione Italia da Leonardo Spa, sponsor del Commissariato.

Infine, quello Italiano è stato l’unico Padiglione, tra i 72 self built Pavilion presenti ad Expo 2020 Dubai, certificato per conformità alla norma ISO 20121:2012, grazie a una partnership con Rina srl, come struttura realizzata nel rispetto degli standard strutturali, energetici, economici e sociali.
Glisenti e dal suo staff, a cominciare dal ministro plenipotenziario Marcello Fondi e dal direttore amministrativo Andrea Marin, sono fieri dei notevoli risultati ottenuti sia punto di vista economico sia da quello della visibilità. Spetterà adesso ai successori prescelti dal nuovo governo sostituirli degnamente. Dal nostro sito, i migliori auguri.

E un consiglio a coloro che stanno portando avanti la candidatura di Roma a ospitare l’Expo 2030: non ripetete l’errore di cambiare in corsa una squadra vincente.


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