Rispetto dei diritti umani e sostenibilità ambientale. Basta con i convenevoli, se ci deve essere battaglia, tanto vale andare all’attacco. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ci è andato giù pesante: la candidatura della Città Eterna a ospitare l’Expo 2030 si difende e promuove anche screditando il principale avversario, Riyad. Richiamando diritti umani e ambiente, Gualtieri accusa apertamente l’Arabia Saudita di non rispettarli. E aggiunge: “La nostra è una candidatura basata sulla qualità e sulla coerenza. Adesso non c’è discorso di un capo di Stato in cui non compaia cento volte il termine sostenibilità: vedremo se le parole saranno accompagnate dai fatti. Noi vogliamo creare un’Expo a zero emissioni, realizzando un’unica comunità energetica e una grande centrale di energia rinnovabile. Il nostro Expo rigenererà un quadrante della città”.
E non basta: “Come si può battere un avversario agguerrito, come Riyad, che dispone di fondi illimitati? Roma vuole essere un modello di città aperta e inclusiva. Gli emiri stanno portando avanti una campagna elettorale per l’assegnazione dell’Expo molto aggressiva. All’assemblea – che fra un anno farà la scelta della città ospitante l’Esposizione universale 2030 – chiedono anche il voto palese e questo la può dire lunga su alcuni sostegni”. Chiaro riferimento a sospetti di corruzione, come del resto avvenuto per l’assegnazione dei mondiali di calcio in corso a Doha, in Qatar. Dove è fortissima la polemica sui diritti umani e sulle migliaia di morti tra i lavoratori-schiavi adibiti alla costruzione degli stadi. “Noi abbiamo già firmato un protocollo con i sindacati sulle condizioni di lavoro”, è stata la conclusione sferzante del sindaco Gualtieri, intervenuto a un evento organizzato da Green & Blue.
A questo punto, aspettiamoci la risposta di Riyad. Non sarà difficile per gli arabi mettere in risalto tutti gli attuali difetti dell’Urbe. Per eliminare pecche e disfunzioni cittadine, che sono soprattutto materiali, abbiamo otto anni di tempo. Ma per cambiare la mentalità su inclusione e diritti, i secoli non bastano…