Fa sempre bene seguire i preparativi in corso per l’Esposizione di Osaka 2025 perché, se fosse assegnata a Roma quella del 2030 – non sia mai… -, i nostri organizzatori saprebbero già cosa fare 850 giorni prima dell’inizio. Commissario generale e vicesegretario nipponico si sono presentati all’assemblea generale che c’è stata a Parigi una settimana fa e, sostanzialmente, hanno detto tre cose: 1) i paesi che hanno finora confermato la loro presenza sono 142, dieci dei quali hanno già firmato il loro contratto di partecipazione. 2) tra le iniziative realizzate figura “il concetto di un sistema di autobus autonomo sostenibile e intelligente che circolerà sul sito dell’Expo”. 3) nella “panoramica delle azioni di comunicazione intraprese in Giappone e all’estero”, hanno un ruolo preminente la mascotte Myaku-Myaku e la canzone ufficiale che si intitola “Kono Hoshi no Tsuzuki wo” (che dovrebbe significare, all’incirca, “La continuazione di questa stella”) ed è cantata dal duo Kobukuro.
Per quanto riguarda l’Expo che ci interessa di più, quella del 2030, i quattro paesi candidati “hanno presentato i loro progetti agli Stati membri del BIE, in vista delle missioni conoscitive che si terranno all’inizio del 2023. Informazioni in arrivo.”
Ora, non è che si voglia far polemica a ogni costo. Ma c’era bisogno di un’assemblea generale, concentrare a Parigi nugoli di missioni e rappresentanze da tutto il mondo, scomodare da remoto Di Maio per una memorabile dichiarazione tv…per cosa? Che dirci che a Osaka ci saranno autobus intelligenti, un pupazzo e una canzone?
Silenzio assoluto (a meno che non se ne parli in quelle improbabili “informazioni in arrivo” prospettate a fine comunicato) su uno degli aspetti più demoralizzanti legati alle Expo: e cioè la possibilità che alcuni degli Stati più ricchi per i petrodollari possano condizionare in anticipo tutte le scelte. Il Bie informa ufficialmente che, per scegliere fra le quattro città candidate la sede destinata a ospitare l’Esposizione del 2030, ci saranno “missioni conoscitive all’inizio del 2023”. Peccato che Riyad abbia fatto sapere che 71 paesi membri hanno già sottoscritto lettere d’intenti a favore dell’Arabja Saudita. A che servono allora queste missioni? E a cosa è servita l’assemblea generale del Bie? A dirci il nome della canzone ufficiale e la simpatia del pupazzo Myaku-Myaku? Quanto alle “missioni conoscitive” sarebbe utile sapere quanti di questi commissari appartengono ai 71 paesi che hanno già deciso per chi votare fra un anno…