Ma “Expo” è una parola maschile?

“Expositio” è una parola della lingua latina, al genitivo fa “expositionis” ed è di genere femminile. Come pure in italiano, francese e spagnolo (“C’è una esposizione di Picasso. Hay una exposición de Picasso”). Ma allora perché il sindaco di Roma usa l’abbreviazione (Expo) al maschile? Eccone un esempio: “I nostri avversari sono agguerriti” ma, ha fatto notare Gualtieri davanti le telecamere di La7, “’ultimo Expo è stato a Dubai, nel Golfo, il prossimo sarà a Osaka, sarebbe logico che tornasse in Europa”.

A novembre verrà designata la città che dovrà organizzare l’Esposizione universale del 2030. Se fosse Roma, bisognerà decidere come si concorda questa abbreviazione: al femminile (come dicono i vocabolari) o al maschile (come dice il sindaco)? Sarebbe spiacevole farci sbeffeggiare proprio sulla correttezza di un vocabolo che stiamo usando correttamente da 2776 anni.

Anche perché l’inciampo di Roberto Gualtieri ha cominciato a contaminare i redattori dell’official site che in una didascalia usano il femminile (“Dal 1851, Expo è sempre stata più di un’esposizione”), ma in un titolo si adeguano al “lessico Gualtieri”…

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