Occhio: un emiratino al vertice FIA…

La notizia in sé sembrerebbe del tutto estranea agli argomenti che stiamo trattando in questo sito. E invece dà la misura di come ci si muove negli ambiti dei consessi mondiali, quali sono le alleanze vincenti al momento delle elezioni interne dei vertici dell’associazione, quanto pesano – per imporre una candidatura – le figure e i trascorsi di chi la propone. La FIA è la federazione internazionale dell’automobilismo. Sotto la sua egida si svolgono le principali manifestazioni sportive che riguardano le quattro ruote in tutte le formule: pista, rally, auto storiche, auto elettriche. Negli ultimi dodici anni è stata nelle mani di Jean Todt, già uomo Ferrari, prescelto sostanzialmente per continuare nella scia del vecchio dominus Bernie Ecclestone, che aveva fatto della FIA una formidabile gallina dalle uova d’oro. Gran Premi assegnati agli organizzatori di paesi emergenti, dalla Cina all’Azerbajan, dalla Russia agli Stati arabi. E formazione di uno zoccolo duro di elettori riconoscenti.

Ci sono state le elezioni per il prossimo quadriennio e si pensava che l’avrebbe facilmente spuntata Graham Stoker, avvocato inglese, braccio destro di Todt. E invece ha ottenuto appena il 38,4% dei voti. Ha stravinto Mohammed Ben Sulayem, imprenditore del Dubai, 60 anni, presidente dell’organizzazione degli Emirati per lo sport automobilistico, nonché vicepresidente del Consiglio mondiale della FIA per il Medio Oriente. Quindi, un personaggio interno, conosciuto non solo per aver patrocinato e ottenuto l’inserimento di Abu Dhabi nel calendario della Formula 1, ma anche per le sue 61 vittorie come pilota in eventi internazionali dell’est asiatico (14 volte campione Middle East rally). Come ha fatto ben Sulayem a conquistare la FIA? I suoi voti sono provenuti soprattutto dai delegati del Medio Oriente, dell’America Latina e dell’Africa. Zone e continenti che in gran parte non hanno un rapporto strettissimo con lo sport automobilistico; ma hanno tanti voti. Quello che serve, in circostanze del genere. Ed è bene tenerlo a mente, se vogliamo ottenere per Roma l’Expo 2030. Manifestazione alla quale punta fortemente anche Riyadh, capitale dell’Arabia Saudita (dove – non a caso – si sta svolgendo l’edizione della “Dakar”, con la prevedibile vittoria dell’emiro Nasser Al-Attiyah).

Fascino, ricchezze, esperienza, diplomazia. E una buona dose di spregiudicatezza. Sulayem ha dimostrato di averle tutte queste doti: tant’è che l’incarico di vicepresidente dello sport per il Sudamerica lo ha affidato a Fabiana Ecclestone. La moglie di Bernie. E Todt? In attesa di tornare alla Ferrari, in ambito FIA gli rimane la carica di vicepresidente onorario; la stessa che riveste Angelo Sticchi Damiani, da dieci anni ai vertici del nostro Automobil club.

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