RomExpo, ci mancava la Santanchè

Raccapricciante. “Lavoreremo insieme per Expo Roma 2030. Perciò seguitemi!”. Si concludono con questa esortazione della “virtual influencer” i tre minuti del filmato che, grazie a Daniela Santanchè, ministro del Turismo, dovrebbe essere destinato a promuovere il settore. Una raffazzonata collezione di luoghi comuni sull’Italia, svilita ancora di più da una seconda voce narrante, che dovrebbe essere quella col volto della Venere di Botticelli ma rappresentata da una donna (“Ho trent’anni, ma forse qualcuno di più”) che più antipatica non si poteva: appariscente nei capelli rossi, ora in jeans o tailleur sportivo o t-shirt promozionale. Esalta un “claim” penoso e incomprensibile (“Open to meraviglia”), che già da solo merita la bocciatura finale. Fa vedere i soliti paesaggi-cartolina, città d’arte e monumenti, Alpi e posti di mare (manca solo il Twiga di Briatore-Santanchè…), con la scontata citazione che abbiamo il maggior numero di siti (58) che sono – toh, non lo sapeva nessuno – Patrimonio dell’umanità. Un sito che punta a far venire gli stranieri in Italia, ma che contempla soltanto quattro lingue (manca il francese) e usa, facendosi ridere dietro, un traduttore automatico che scrive “garderobe” trovandosi di fronte la città di “Camerino” e “rasen” per la città di “Prato”.

Andrebbe spiegato al ministro (magari può farlo il critico d’arte Vittorio Sgarbi) che non si dovrebbe deturpare l’immagine-simbolo della bellezza femminile rappresentandola come una sgarzolina che mangia la pizza sul lago di Como o si fa un selfie a Venezia (geniale!) o va in bici al Colosseo.

All’Expo di Dubai l’immagine dell’Italia è stata il David. Ma nessuno ha mai pensato di travestirlo come un gladiatore o un gondoliere. Lo hanno clonato, fatto uguale e si poteva guardarlo negli occhi anche se alto sei metri. Era questa la “meraviglia” che ha incantato milioni di visitatori. Questa mega campagna pubblicitaria verrà promossa dall’Enit, costerà nove milioni che sono più di un terzo del bilancio annuale dell’ente; e contiene alla fine l’annuncio-minaccia che verrà in qualche maniera estesa e accorpata anche alla candidatura della Capitale per l’Expo del 2030. Al presidente del Comitato Giampiero Massolo rivolgiamo una supplica accorata: eviti l’abbraccio mortale di “Open to meraviglia”. Abbiamo già a che fare con “Humanlands”…

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