
Inutile nasconderlo, la battaglia finale sarà Roma contro Mosca. Le altre tre candidature sono più deboli per motivi politici, temporali e geografici. Vediamoli. Busan ha tre milioni e mezzo di abitanti, è la seconda città della Corea del Sud, uno dei maggiori porti commerciali del sud-est asiatico. Non per niente, il tema proposto è “Trasformare il nostro mondo, navigare verso un futuro migliore”. Avrebbe molte opportunità per emergere, ma è frenata dal fatto che l’Expo del 2025 si svolgerà a Osaka, in Giappone. E una delle regole non scritte è non scegliere per l’Expo una sede che si trova nello stesso continente della manifestazione precedente.
Altra candidata molto forte sarebbe Riyadh, la capitale dell’Arabia Saudita”, portabandiera delle nazioni islamiche e della politica di visibilità internazionale e sviluppo che il petrodollaro ha generato (vedi Expo a Dubai e Mondiali di calcio in Qatar). Lo slogan della partecipazione (“L’era del cambiamento: guidare il pianeta verso un domani lungimirante”) riflette anche troppo l’atteggiamento arabo di conquista dei mercati.
La città da scegliere dovrà quindi essere in Europa. Odessa? È sicuramente la più debole e il tema proposto (“Rinascimento. Tecnologia. Futuro”) appare quasi la speranza post-bellica di un paese schiacciato dalla Russia. Ed eccoci a Mosca, la capitale della nazione più grande del mondo. Candidatura fortissima ma che dovrà fare i conti con avversari sparsi nel pianeta per motivi economico-politici. Putin potrà contare su tanti alleati, attratti anche dalla promessa di un “Progresso umano: una visione condivisa per un mondo di armonia”, che è l’ambizioso slogan della candidatura moscovita.
Tutte le candidature sono state proposte per una durata di sei mesi, compresa tra fine aprile e fine ottobre. Riyadh ha dovuto escludere, per ragioni climatiche, il periodo estivo e quindi la sua eventuale Esposizione si dovrebbe svolgere dal primo ottobre 2030 al primo aprile 2031.
Oggi, 14 dicembre, le cinque città candidate si presenteranno ai 170 stati-membri del Bie. Entro quattro mesi e mezzo dovranno illustrare i rispettivi dossier col master plan finale, la cui fattibilità verrà vagliata nel corso delle missioni d’inchiesta. Fra un anno e mezzo gli Stati membri si riuniranno in assemblea straordinaria per eleggere (“Un paese, un voto”) la città destinata a ospitare Expo 2030. Le prime votazioni serviranno a eliminare le tre candidature con meno voti. Infine, lo scontro testa a testa. Per vincere occorreranno 86 nazioni dalla nostra parte.