Expo a Roma, se ci assiste il pallone…

Noi proponiamo il risanamento del quadrante est della Capitale degradata. Odessa punta alla ricostruzione della città martoriata dalla guerra in corso. Riyad vuole mostrarci come si può programmare il futuro del pianeta. Secondo voi, quale di queste tre candidature ha le maggiori probabilità di realizzare l’Esposizione universale del 2030? L’italiana e l’ucraina sono proposte molto nazionalistiche; quella saudita si rivolge a tutte le nazioni del mondo.

L’esito ci sarà fra otto mesi e verrà deciso sulla base della regola “ogni nazione un voto”. E sinceramente, tutto lascia pensare che saranno proprio gli arabi a spuntarla. Vediamo perché. La loro strategia è molto semplice: dal momento che la scelta sarà fatta in base al numero dei voti espressi da ciascun paese, occorre stabilire in anticipo con le nazioni votanti un rapporto di conveniente fiducia. Esempio? Inserire l’Expo in un “pacchetto più ampio” di scambi economicodiplomatici. È ciò che il Regno saudita ha già contrattato con i nostri beneamati cugini francesi: il presidente Macron ha infatti garantito agli sceicchi il proprio appoggio a un’altra Expo araba (dopo quella di Dubai). Decisione che rientra in una serie di contratti che riguardano fornitura di armi e acquisto di petrolio. Semplice e conveniente, no?

Dall’alto delle loro inesauribili riserve di petrodollari, i sauditi hanno vita facile a convincere stati e staterelli votanti a scegliere Riyad. E non si sta parlando di “corruzione”, ma di opportunità. Odessa offre la possibilità di soccorso. Roma le vestigia, la storia, l’arte, la cultura, l’inclusione: discorsi bellissimi, ma se fossi un delegato di uno dei tanti poveri paesi del terzo mondo (e votano tutti) sceglierei chi mi sta costruendo una strada o un ospedale. E sarebbe giusto così, tanto più se alla base di una decisione del genere c’è l’esempio della Francia (e anche di Cuba e della Cina) ad aprire la strada.

La battaglia però non è persa. L’Arabia Saudita punta anche a organizzare nel 2030 i mondiali di calcio, addirittura nello stesso periodo dell’Expo. È l’avvenimento planetario che ha la maggiore audience televisiva al mondo. E gli sceicchi tengono moltissimo all’immagine. Se l’accoppiata dovesse apparire come un eccesso di ingordigia, i regnanti potrebbero rinunciare a uno dei due eventi. Per dirla in soldoni: RomExpo potrebbe anche farcela, grazie al dio pallone.

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