Expo, prime sentenze fra due settimane

La visita è finita, la delegazione ha incontrato i nostri rappresentanti e ha avuto tutti i possibili chiarimenti. A questo punto, come ha detto il segretario generale del Bie Dimitri Kerkentzes, “l’Italia può farcela, ci possono essere delle difficoltà ma questo non vuol dire che non sia possibile organizzare l’Expo”. Durante la conferenza stampa finale una giornalista francese (Macron ha detto che la Francia voterà per Riyad…) ha sfruculiato il segretario sulle tempistiche dell’Italia rispetto alla messa a terra dei fondi Pnrr e alle critiche dall’Europa sui temi del gender e dei diritti Lgbt. Rispetto a questo ultimo aspetto, Kerkentzes ha risposto: “Abbiamo avuto il piacere in questa visita di incontrare le principali autorità italiane quindi le dirò quello che abbiamo visto e sentito. Troviamo molto interessante il fatto che questo non è un evento che durerà solo sei mesi, ma per quanto riguarda l’inclusione ci sarà un impatto anche negli anni successivi”. Inoltre “abbiamo considerato il rispetto dei diritti umani” anche sul fronte del lavoro. “Ci sono stati eventi che hanno avuto una cattiva pubblicità in passato – ha concluso – ma per Expo 2030 tutti i governi devono indicare questo aspetto nell’organizzazione”.

Il presidente del Comitato promotore di Expo 2030 Giampiero Massolo ha annunciato che “entro la prima decade di maggio il Bureau dovrà riunire un proprio organo composto da una parte degli stati membri per deliberare in base agli esiti delle missioni ispettive chi può proseguire e chi no”. Ci sarà quindi una prima scrematura e, probabilmente, le candidature si ridurranno da quattro a due: Roma contro Riyad. Solo a novembre sapremo chi vincerà. Per Massolo, “C’e una ferma determinazione attorno a un progetto di cui siamo fieri, perché presenta caratteristiche importanti che spero siano emerse nel corso della visita.

C’è molta coerenza tra la traduzione in termini strutturali del progetto e il titolo dell’Expo, il rapporto tra persone e territori. A tutte le latitudini, devi costantemente rigenerare gli habitat. Sarà un’Expo che metterà tutti i paesi sullo stesso piano, c’è un unico grande boulevard per tutti, non ci saranno una prima e una seconda fila. Lavoreremo perché tutti siano rappresentati al meglio”. “Ora – ha detto ancora Massolo – è una durissima campagna elettorale porta a porta contro paesi che sono molto competitivi, ognuno con le modalità e i mezzi che ha. Questo ci mette a durissima prova. Abbiamo idee semplici: non facciamo Expo per mettere in rilievo una città, Roma è già patrimonio del mondo, oppure un paese importante già amichevole protagonista della comunità internazionale. Lo facciamo per offrire la migliore cornice possibile per far vedere come il mondo può
lavorare insieme su un tema globale, e questo è un tema anche delle Nazioni Unite. Noi siamo convinti che Expo sia il miglior strumento possibile per far progredire la comunità internazionale. Noi siamo un membro fondatore del Bie, è nel nostro interesse mostrare che Expo non è solo una fiera o una questione di soldi o opportunità aziendali – ha concluso Massolo – è anche anima e materiale progresso del vivere insieme in collettività e il mondo si deve riconoscere in questo obiettivo collettivo”.

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