Perché “un Expo” senza apostrofo?

Che si tratti di un’abbreviazione mutuata dal francese o dall’inglese è chiaro. Come è pure evidente che, nella lingua italiana, “esposizione” è (qualsiasi vocabolario può confermarlo) un sostantivo femminile. Lo stesso estensore del testo, all’interno del sito ufficiale di Roma 2030, scrivendo “fu annullata” concorda al femminile il passato remoto. Ma nessuno, da mesi, si è mai accorto dello svarione contenuto nel titolo.
Vabbé, che vuoi che sia…È che tutti stiamo a fare le pulci alla campagna pubblicitaria lanciata per l’Enit dal ministero del Turismo, martirizzando per “concorso esterno” l’incolpevole Santanchè, e tralasciamo invece questo sgorbio ortografico in un titolo del sito ufficiale che dovrebbe promuovere la candidatura della Capitale all’Expo 2030.

Ovvio, la svista può capitare a tutti: ”Quandoque bonus dormitat Omerus”, ci insegnavano a scuola. Ma in questo caso, a dormire sono un po’ tutti perché il titolo risale ormai a 100 giorni fa e nessuno se n’é ancora accorto. Delle due, l’una: o al Comitato sta bene così; o questo sito ufficiale non lo guarda nessuno, nemmeno gli autori…

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