Il Brasile è con noi, ma Ryad è troppo avanti

Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha assicurato l’appoggio del Brasile alla candidatura di Roma per l’Expo 2030. “Appoggeremo l’Italia!”, ha detto durante la conferenza stampa a Roma, prima di partire per Parigi. Lula ha ricordato l’incontro con il sindaco Gualtieri, come un “momento importante” numerosi colloqui avuti ieri nella Capitale con il presidente Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni, Papa Francesco e vari leader politici. “Il sindaco Gualtieri – ha sottolineato – è un amico, un ex ministro dell’Economia, e non potrò mai dimenticare la visita che mi ha fatto a Curitiba, quando ero in cella sotto controllo della polizia”.

Il 26 luglio 2018, l’allora eurodeputato Gualtieri si recò in Brasile e, dopo “l’emozionante incontro” con Lula insieme alla presidente del Partito dei lavoratori Gleisi Hoffmann, dichiarò: “Ho portato a Lula i saluti e gli abbracci di cinque ex presidenti del Consiglio italiani” (Romano Prodi, Massimo D’Alema, Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, ndr)”.

Per essere designati a organizzare l’Expo del 2030 occorre la maggioranza dei voti che verranno espressi a novembre da tutti i paesi aderenti al Bie (sono 175, quindi ne servono 88). Un traguardo particolarmente difficile anche escludendo il terzo incomodo, la metropoli sudcoreana di Busan. Un anno fa, si vociferava che la partita Roma-Ryad era sul punteggio di 6-20. Recentemente si è calcolato che, su cento voti già promessi, gli sceicchi potevano contare sul 70% delle preferenze: vale a dire che sarebbero bastati altri 18 voti, racimolati fra i mancanti 75, per dare a Ryad l’anticipata certezza che i giochi erano fatti.

Ma tra promessa e realtà c’è sempre la differenza costituita dal segreto dell’urna. Quanto a storia, arte e cultura, Roma non ha rivali al mondo; ma per questo genere di competizioni contano molto di più altri argomenti. Il presidente Macron ne è l’esempio: ha già detto che voterà per la candidatura araba e questa scelta fa parte di un “pacchetto più ampio” (leggi: petrodollari garantiti in cambio di contratti miliardari, soprattutto nel settore degli armamenti).

All’assemblea del Bie, Giorgia Meloni si è profusa in una accorata petizione per la nostra città. Ma sinceramente, la partita sta andando sempre peggio. Lo testimonia il sito ufficiale che come ultima notizia è fermo al Giro d’Italia e di Lula e il voto brasiliano per Roma non riporta ancora nemmeno una riga

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