Riyad 2030, il progetto: oasi e colonne

E allora vediamolo questo progetto saudita, principale candidato a ospitare Expo 2030. Il sito è fuori Riyad e si trova vicino all’aeroporto internazionale King Salman, attualmente in fase di sviluppo per renderlo facilmente accessibile ai 40 milioni di visitatori previsti nel 2030, grazie alla rete metropolitana che copre tutte le parti della città di Riyad e si collega a uno dei tre ingressi espositivi e alla moderna rete stradale. I padiglioni saranno tutti di forma sferica, anche se di varie dimensioni e tipologie, per garantire pari opportunità a tutti i partecipanti. Il progetto prevede di riunire fianco a fianco paesi del nord e del sud del globo, a simboleggiare la cooperazione globale. I visitatori potranno così spostarsi tra padiglioni, piazze pubbliche, strutture culturali e di innovazione, servizi di ristorazione, sosta e aree di attesa in modo fluido e flessibile coprendo distanze molto brevi. I corridoi del percorso saranno completamente ombreggiati con design ispirati al patrimonio architettonico della città per rifletterne l’antico stile urbano, la storia, la cultura e la natura. II sito è attraversato da uno degli affluenti del Wadi As-Sulai, che crea una gradevole oasi verde. Ciò dimostra l’impegno del regno saudita a preservare e sviluppare in modo sostenibile la natura.

Nello stesso contesto, verrà costruito un importante punto di riferimento nel cuore del piano principale dell’Expo a simboleggiare la “Responsabilità per la protezione del pianeta”. Sarà basato su 195 colonne che rappresentano il numero di paesi partecipanti alla mostra. Attorno a questo punto di riferimento ci saranno tre padiglioni, ognuno dei quali rappresenta i sottotemi della mostra “Prosperità per tutti”, “Azione per il clima”. e “Un domani diverso”.

Un membro del team del progetto per l’Expo 2030 di Riyad, Lamia Bint Abdulaziz, ha dichiarato: “Il progetto lavorerà allo sviluppo di una versione dell’Expo che sia la più flessibile quando si tratta di movimento dei visitatori nel sito; e il più interattivo, collaborativo e sostenibile di sempre, e faremo in modo di offrire un’esperienza eccezionale ai visitatori della mostra. Lavoreremo anche per consentire una partecipazione piena ed equilibrata, e con un valore aggiunto per tutti i paesi partecipanti, e forniremo un’esperienza senza precedenti di alta qualità”.

Il progetto mira a rendere quella di Riyad l’Expo più sostenibile e influente di sempre, in linea con i suoi impegni climatici per raggiungere la neutralità del carbonio, un obiettivo che si riflette chiaramente nel piano generale della mostra che è legato all’internazionale standard di sostenibilità, tra cui l’imboschimento urbano, l’uso di acqua trattata e la fornitura di nuove fonti energetiche.

Tutto giusto, buono e sacrosanto. Nessun riferimento però ai valori – arte, storia, cultura, inclusione – che Roma potrebbe contrapporre ogni giorno fino al 28 novembre, quando ci sarà la votazione finale. Se apriamo il sito ufficiale, l’ultima notizia riguardante nostre iniziative in questa direzione risale al giugno scorso…

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